MODELLO 231 CODICE ETICO
La necessità che gli enti e le società si dotino di un Codice Etico dettagliato sorse quando nel 2001 entrò in vigore il Decreto Legislativo n. 231, emanato in attuazione della Legge delega n. 300/00.
Il D.Lgs. 231/01 (successivamente aggiornato dalla Legge 125/08) prevede e disciplina la “Responsabilità amministrativa delle persone giuridiche e delle società”. Con questa normativa si è posto fine ad una disputa dottrinaria annosa relativa alla possibilità o meno di introdurre nel sistema giuridico italiano la responsabilità penale per le persone giuridiche.
Alla luce del nuovo disposto normativo anche le società e gli enti sono chiamati a rispondere per i reati commessi dalle persone fisiche che li rappresentano o che, nei modi specificati dalla legge, sono inseriti nella loro struttura, quando l’azione delittuosa è commessa nell’interesse o a vantaggio della società medesima. I reati sono quelli individuati puntualmente dal decreto, unitamente alle sanzioni che vanno applicate in caso di accertata responsabilità.
Per cautelarsi le persone giuridiche hanno tutto l’interesse a predisporre un modello di organizzazione, gestione e controllo che abbia lo scopo di definire le linee guida a cui si deve ispirare l’intera attività svolta dalle persone fisiche all’interno della società o dell’ente. Il cosiddetto modello 231 ha quindi una funzione preventiva. Esso individua le procedure, i dispositivi informatici, la modulistica, il sistema organizzativo, etc. necessari per prevenire la commissione di quei reati specificati nel suddetto Decreto 231 da parte dei dipendenti o funzionari della persona giuridica. La conformazione del modello 231, dal punto di vista dei contenuti, dipenderà dalle caratteristiche della società e dai contesti produttivi nei quali essa opera.
Il modello di gestione prevede, nel suo articolato contenuto, anche la redazione, da parte dell’azienda, di un Codice Etico (generalmente conosciuto come “Codice Etico 231”). Si tratta di un documento adottato ufficialmente dai vertici rappresentativi della persona giuridica e pertanto vincolante per tutti coloro che operano all’interno del suo organigramma. Mediante il Codice Etico ex D.Lgs. 231/01, l’azienda individua sostanzialmente la condotta da tenere per evitare di incappare nella responsabilità penale configurata dalla norma.
Oltre al Decreto 231, anche le sentenze dei massimi organismi giudiziari e le Linee guida dettate da Confindustria, aiutano a definire il contenuto del Codice Etico. Esiste, infatti, un enunciato minimo che detto codice deve predisporre. Innanzitutto occorre che sancisca in modo chiaro che l’ente è tenuto a rispettare le norme giuridiche vigenti in qualunque Stato esso sia operante. Per consentire ciò è necessario agire nella trasparenza più completa, avvalendosi di procedure operative chiare e facilmente tracciabili. Infine è fondamentale specificare i principi di fondo che animano i rapporti della persona giuridica con i terzi siano questi rappresentati da altri operatori commerciali, dipendenti, funzionari o dalla Pubblica Amministrazione.
Il Codice Etico 231 svolge il compito di prevenire la commissione di determinati reati, dei quali anche la società, unitamente alla persona fisica colpevole, è chiamata a rispondere. Esso detta un insieme di norme comportamentali che vincolano i soggetti operanti all’interno dell’ente, i quali sono tenuti ad attenersi ad una condotta improntata alla trasparenza delle procedure e alla legalità.
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